La complessità del corpo nella didattica del gesto

Una ricerca sulle metodologie d’approccio non­lineare per l’insegnamento strumentale

Questa tesi nasce dalla volontà di ricercare possibili guadagni teorici di un’ottica inclusiva sulla questione del gesto strumentale; per natura interdisciplinare, essa spazia dalla psicofisiologia all’anatomia, dalla pedagogia alla psicologia, dalla metodologia dell’insegnamento alla didattica.

Il percorso parte e torna, significativamente in modo ciclico, sulla consapevolezza che le attività da svolgere a lezione dovrebbero coinvolgere il corpo intero e non parcellizzare il gesto tecnico fin da subito. Come le varie discipline sono ancor più feconde se messe in dialogo tra loro, così il controllo motorio, la coordinazione, la postura e il rilassamento fisico ed emotivo portano maggior frutto nell’esecuzione del gesto per interazione reciproca.

La prospettiva che si vuol lasciare aperta è quella sul conoscere se stessi come unità multistratificata e non-gerarchizzata di mente, corpo ed anima. Al gesto occorrerà allora la disponibilità del proprio corpo intero a risuonare e ad amplificare il mero gesto tecnico. Man mano che progredirà questa consapevolezza e questa conoscenza di sé attraverso il movimento, l’esperienza del proprio ‘specifico creativo’ diventerà sempre più raffinata, presentandosi con la semplicità e la naturalezza, auspicata da Neuhaus, che trova risonanza nella sensazione di benessere ed efficienza, la quale è ad un tempo cognitiva, affettiva, motoria ed espressiva.

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