Salotto del 17 Maggio

Domenica 17 Maggio 2015 alle ore 18:30 nuovo appuntamento nel salotto di Polifonie d'Arte. Isabella Crisante, Marina Bucciarelli, Luciano Di Pasquale e Raffaele D'Ascanio avranno "memoria" del M. Giuseppe Dell'Orefice, compositore e Direttore d'orchestra abruzzese, vissuto dal 1848 al 1886.

GIUSEPPE DELL'OREFICE

Un musicista abruzzese al San Carlo

Domenica 17 Maggio 2015 alle ore 18,30 nuovo appuntamento nel salotto di Polifonie d'Arte. Isabella Crisante, Marina Bucciarelli, Luciano Di Pasquale e Raffaele D'Ascanio avranno "memoria" del M° Giuseppe Dell'Orefice, compositore e Direttore d'orchestra abruzzese, vissuto dal 1848 al 1886. Già acclamato autore al S. Carlo a 20 anni, produce tre opere liriche negli anni successivi, acclamate nei massimi Teatri Lirici, ascende al podio del S. Carlo come Direttore stabile e, stroncato da una malattia che lo annienta mentalmente ed artisticamente, rientra nel buio. Scompare come una meteora precocemente estinta dopo una breve folgorante traiettoria nell'arco di cielo dell'ambiente musicale napoletano. La drammatica vicenda di questo grande artista evoca un pensiero profondo tratto dall'autobiografia di Charlie Chaplin: « Quando il destino si impadronisce di un uomo, lo fa senza giustizia e senza pietà ». Ai quattro artisti graditi ospiti, Polifonie d'Arte manifesta da subito gratitudine per l'opera di recupero storico e culturale compiuto.

ISABELLA CRISANTE ha iniziato gli studi musicali nella sua città, Pescara, diplomandosi a 17 anni sotto la guida di M.Michelini; a Roma con il M° Cerroni si è specializzata nella Musica da Camera. Nel 1980 dall'incontro con il Soprano M.V.Romano, brillante concertista e didatta, nasce il sodalizio che la avvicina al Teatro Lirico e alla musica vocale da camera. E' pianista ufficiale in vari Concorsi Internazionali di Canto in Italia e in Giappone. Ha effettuato numerose registrazioni radiofoniche per la 3° rete RAI e incisioni discografiche per la Nuova Era e Bongiovanni. Dal '95 effettua tournèes in Canada, Malta, Gran Bretagna, Francia e Giappone tenendo concerti e Master Classes. Dal '96 M° di palcoscenico presso il Teatro Marrucino di Chieti dove, dal 2007, ricopre il ruolo di aiuto regista. Svolge attività didattica in conservatorio dal 1974.
MARINA BUCCIARELLI – Soprano. Giovane promessa del panorama lirico Internazionale, Marina Bucciarelli, laureata presso il Conservatorio "Luisa D'Annunzio" di Pescara, si perfeziona con il Soprano Mariella Devia. Vincitrice di numerosi concorsi, fra i quali il prestigioso concorso "Long Thibaud - Regine Crespin" di Parigi 2011, e il concorso ASLICO 2010 , ha già avuto modo di calcare il palcoscenico di importanti teatri fra i quali il Rossini Opera Festival di Pesaro dove debutta, nel 2010, nel ruolo di Corinna ( Il Viaggio a Reims, ). Debutta nei più prestigiosi teatri italiani ed esteri tra i quali: il Teatro Verdi di Trieste, il Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Lirico di Cagliari, il Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Carlo Felice di Genova, il Maggio Musicale Fiorentino, il teatro Comunale di Bolzano, il Teatro Regio di Torino, Opera di Marsiglia, Theatre du Chatelet di Parigi, il Cantiere d'Arte Internazionale di Montepulciano, il Festival in Ingolstadt, il Festival di Edimburgo, il Festival Internazionale di Colmar e sale prestigiose tra le quali Musashino Cultural Foundation di Tokyo, Harris Theatre di Chicago, Roy Thompson Hall di Toronto, Carnegie Hall di New York, Michigan University Hall, Crocus City Hall di Mosca, Philarmonic Hall di Liverpool.
LUCIANO DI PASQUALE. Basso baritono di Teramo, ha studiato canto a Pescara con il Mezzosoprano Marina Gentile e si è diplomato in canto con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Rodi Garganico. Dopo aver seguito corsi di perfezionamento con i Maestri E. Battaglia e R. Resnik, nel 1992 ha vinto una Borsa di Studio alla XXX Edizione del Concorso Internazionale "Vinas" di Barcellona e nel 1994 è vincitore di una borsa di studio al IV Concorso Internazionale "Angelica Catalani" di Ostra (AN). Grande interprete nei ruoli di Baritono Buffo in un repertorio che spazia dal Settecento a Mozart e Rossini, ha cantato, negli anni seguenti, nei più grandi teatri italiani ed europei: Teatro dell'Opera di Roma, Comunale di Firenze, Teatro Verdi di Trieste, Massimo di Palermo, San Carlo di Napoli, Comunale di Bologna, Alla Scala di Milano, Regio di Torino; ha cantato inoltre in Francia a Toulouse, Avignone, Lione, Bordeaux, Rouen, Massy, Nizza, Tolone, Opèra Garnier di Parigi; in Spagna al Liceu di Barcellona; in Inghilterra al Glyndebourne Festival Opera, a Edinburgo in Scozia, in Irlanda al "Wexford festival Opera", al Teatro del Cremlino di Mosca, all' Opèra di Lausanne in Svizzera, La Monnaie di Bruxelles in Belgio, Opernhause di Graz in Austria. Ha effettuato incisioni in DVD e Blue-ray dell'Opera "La Cenerentola" di G. Rossini, per la casa Opus Arte (Glyndebourne) e dell' Opera "L'Elisir d'Amore" di G. Donizetti sempre per la Opus Arte (Glyndebourne), "Il Matrimonio Segreto" di D. Cimarosa, "Una Domanda di Matrimonio" di L. Chailly. "Il Barbiere di Siviglia" di G. Rossini per Il Progetto Lirica della Fondazione Tercas.
In CD "live" ha inciso: "Il Barbiere Di Siviglia" di G. Paisiello per la Dynamic, "Lo Sposo Burlato" di G. Paisiello e "Il Marito Disperato" di D. Cimarosa per la Bongiovanni; e "L'Eroismo Ridicolo" di G. Spontini, per l'Arcadia; L. Perosi "Requiem". Ha cantato sotto la direzione di importanti Maestri quali: Z. Meta, B. Campanella, P. Maag, V. Jurowski, D. Renzetti, R. Alessandrini, O. Dantone, G. Gelmetti, W. Humburg, R. Abbado, G. Ferro, A. Zedda, M. Arena, D. Callegari, F. Carminati, M. Benini. Dal 2008 è Direttore Artistico del Festival ArteinCanto Città di Basciano (TE).
RAFFAELE D'ASCANIO. Ha intrapreso gli studi musicali di pianoforte giovanissimo e successivamente ha iniziato a studiare Canto lirico presso il Conservatorio "L. D'Annunzio" di Pescara. Attualmente di sta perfezionando con Sonia Zaramella.
E' stato allievo dell'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino dove ha partecipato agli allestimenti di: "Snow White" di L. Zaninelli nella parte di The Looking Glass, " Il racconto del flauto magico" nella parte di Tamino al Teatro Comunale di Bologna e Teatro Malibran di Venezia, "l'Atenaide" di A. Vivaldi nel ruolo di Probo al Teatro la Pergola di Firenze e Festival di Barga, "Gianni Schicchi" di G. Puccini nel ruolo di Gherardo al Teatro Romano di Fiesole, al XIV International Music Festival di San Pietroburgo.
Al Teatro Poliziano di Montepulciano debutta con il ruolo di Don Ottavio del " Don Giovanni" di W. A. Mozart con la regia di F. Micheli e la direzione di N. Paszkowski,, "Il Cavaliere errante" di T. Traetta al Teatro Marrucino di Chieti. Ha cantato Borsa in Rigoletto di G. Verdi presso il Festival Zommeropera in Belgio con la regia di Carlos Wagner e la direzione di Enrico Delamboye e nello stesso Festival il Duca di Mantova in una riduzione per bambini. Ferrando nel "Così Fan Tutte" di W. A. Mozart nel Teatro Esplanade di Singapore con la regia di Tom Hawkes e la direzione di Joshua Kangming Tan. "Rigoletto" di G. Verdi nel ruolo del Duca di Mantova presso il Teatro di Nordhausen con la regia di Katharina Thoma e la direzione di Markus L. Frank.

GIUSEPPE DELL'OREFICE

UN MUSICISTA ABRUZZESE AL SAN CARLO

Intorno al 1870 l'Arciprete di un piccolo paese dell'Abruzzo chietino, a ridosso della Maiella, dal nome inconsueto longobardo-latino - Fara Filiorum Petri - inviò a Napoli a studiare musica tre ragazzi suoi nipoti. L'Abruzzo citeriore nel quale si trovava Fara faceva parte del Regno delle Due Sicilie nel quale Napoli era la Capitale, non solo politica ed amministrativa, ma anche culturale ed artistica, una Capitale di livello europeo, come Parigi e Vienna.
Vi affluivano i maggior ingegni in tutti i campi dell'arte e della cultura: giovani abruzzesi, molisani, pugliesi, lucani, che approdavano alla capitale fermamente decisi ad affermarvisi con la fede degli ispirati e la grinta dei provinciali non distratti dalle lusinghe della dolce vita napoletana: i Palizzi, Michetti, Smargiassi, D'Annunzio, Scarfoglio, Barbella, Tosti e gran parte degli illustri medici, a cominciare da Cardarelli, che dovevano per molti anni costituire il nerbo della Facoltà di Medicina di Napoli.
Il prete abruzzese al quale la spiccata attitudine alla musica dei tre nipoti era apparsa chiara già nel paese, si era reso conto che Napoli, con il suo allora Regio Collegio di Musica, era la sede più adatta per farne dei professionisti di buon livello. Egli non aveva però previsto che uno di essi avrebbe svettato tanto in alto.
Dei tre, Biagio doveva diventare prima tromba al S. Carlo e professore di tromba al Conservatorio, Nicola doveva diventare primo danno al S. Carlo. Il nostro era Giuseppe, il più giovane.
Questi già a Fara aveva cominciato a studiare il flauto e venne a Napoli appunto per perfezionarsi in questo strumento.
E' facile immaginare l'inizio quasi artigianale dei suoi studi musicali.
Esisteva in Abruzzo una forte tradizione espressa dall'attività di eccellenti bande musicali, i cui esecutori apprendevano la teoria, il solfeggio e la tecnica dei vari strumenti da « bandisti » anziani.
Questi dividevano la loro attività fra il periodo estivo durante il quale le bande giravano per le grandi feste religiose di località anche lontane dell'Abruzzo, del Mouse, della Campania, della Puglia, assolvendo con grande efficacia a quel compito di divulgazione popolare della musica che la radio e la TV in seguito non hanno saputo ereditare, ed in un periodo invernale nel quale restavano in paese ad esercitare altre attività artigianali e ad insegnare musica ai giovani apprendisti.
Chi scrive non ha dimenticato quella inimitabile serena atmosfera del paese, nel quale il tempo, come immobile, era scandito dalle note degli esercizi degli ottoni e dei fiati emergenti dalle case dei vari maestri-artigiani, né le prove della bandi che attraevano così irresistibilmente noi bambini.
Giuseppe Dell'Orefice, appena adolescente (era nato nel 1848) entrò al Regio Collegio di Musica come allievo flautista, prima da esterno e poi da interno, avendo vinto per concorso un posto gratuito di convittore. Suo maestro di flauto fu Giuseppe Albano. Ma egli doveva subito rivelare tali impreviste attitudini musicali, diverse da quelle richieste ad uno strumentista, che presto abbandonò il flauto ed iniziò a studiare armonia con Sabino Falconi e Luigi Vespoli.
Uscito dal Collegio nel 1867 (sembra espulso perché simpatizzante con Garibaldi all'epoca di Mentana) riprese gli studi di armonia con Luigi Siri e poi con Giorgio Miceli, completando gli studi come autodidatta Annuario Generale della Musica, 1875). Non conseguì alcun diploma, ma già a 4 anni di distanza dalla sua venuta a Napoli, esordì al S. Carlo come autore della musica di un acclamato ballo: « I fantasmi Notturni ». Aveva solo 20 anni.
A 24 anni fu rappresentata la sua prima opera « Romilda dei Bardi » con grande successo al Teatro Mercadante, allora Teatro Fondo, con la soprano Ida Cristino, il tenore Pasquale Panzetta, il baritono Placido Cabella, il basso Raffaele D'Ottavi, riprodotta successivamente con lo stesso successo ai Teatro Municipale di Parma. Edita dalla Casa Lucca di Milano, l'opera fu così giudicata dal maggior critico musicale dell'epoca, Filippo Filippi, sul numero dl Marzo 1876 de la « Perseveranza»: « a proposito dei maestri giovani e di opere nuove: abbiamo un compositore il quale mi sembra abbia saputo sottrarsi a quell'ambiente falso ed artificioso nel quale altri affogano e sfruttano il loro ingegno.
Alludo al Maestro Giuseppe Dell'Orefice, autore di una Romilda de' Bardi che a Napoli destò sincero entusiasmo e piacque anche a Parma. Il Dell'Orefice è giovane, ma la gioventù non gli ha impedito di studiare la musica che conosce profondamente.
Ho letto lo spartito della Romilda stampato per i tipi di Lucca e 16 trovai commendevole per le due qualità essenziali, bene fuse insieme, dell'ispirazione melodica e della fattura accuratissima ».
Dopo la Romilda, incaricato dalla Società Filarmonica Napoletana, scrisse l'opera semi-seria « Il Segreto della Duchessa », rappresentata prima nella sede della Filarmonica a Palazzo Cassano, e poi riprodotta al Teatro Nuovo sotto la direzione di Camillo De Nardis.
Ma Giuseppe Dell'Orefice considerava questi successi giovanili solo come impegni di raggiungimento di traguardi maggiori e nel maggio del 1878 presentò sulle scene del S. Carlo la sua nuova opera «Egmont», conimissionatagli dalla Ditta Lucca, con la quale la sua opera artistica si affermò definitivamente.
I giornali dell'epoca ne scrissero diffusamente, ponendo in evidenza, al di là del clamoroso successo di pubblico, « formidabili attitudini drammatiche, ricchezza di melodia, magistero della strumentazione».
Precedentemente aveva scritto per incarico della Filarmonica dei Nobili un delizioso minuetto per orchestra.
Ma egli non fu solo un compositore di grande valore ed originalità,ma anche un insigne Direttore d'Orchestra: tenue infatti per sei anni il seggio direttoriale al S. Carlo, facendosi ammirare - scrisse Alessandro Longo - come finissimo concertatore.
Dotato di memoria prodigiosa, amara dirigere senza ii soccorso della partitura, e ciò faceva semplicemente, senza ostentazione ».Ma non ebbe il tempo di vivere la piena stagione della sua trionfale maturità artistica perché, colpito da una malattia mentale, morì a 38 anni dopo quattro anni di degenza nell'Istituto Psichiatrico di S. Francesco di Sales.
Chi Io conobbe (Maestro Alessandro Longo, in « L'Arte Pianistica », n. 11, 1925) ne dà una descrizione suggestiva: « io mi ricordo benissimo per averlo visto nell'atto di dirigere una sua opera al Teatro S. Carlo mentre ero ancora alunno al Conservatorio. Aveva slanciata la persona, simpatico il volto, nobile il gesto direttoriale. Credo anche di ricordare non so che di malinconico nel suo aspetto... ».
Oggi il nome di Giuseppe Dell'Orefice è praticamente ignoto ai giovani. Ne hanno conoscenza i più anziani tra i musicisti ed i cultori di storia della musica, ai quali è stato tramandata dalla Stampa specializzata dell' epoca e dalle Enciclopedie musicali.
Ci si può domandare come un musicista di tanto talento sia scomparso dalla scena della cultura musicale e dei Teatro Lirico al quale aveva dato prove così importanti del suo talento.
Varie le ragioni: anzitutto la malattia mentale che, a soli 34 anni, lo sottrasse alla musica nel pieno della sua maturità artistica e lo condusse a morte a 38 anni; la fusione del suo editore Stabilimenti Lucca di Milano con la Ditta Ricordi e le complicate questioni dì diritti di autore che ne seguirono, ulteriormente ingarbugliate dalla scomparsa del Regno delle Due Sicilie, la inconsulta distruzione delle planches di piombo dello spartito della Romilda, la scomparsa per eventi bellici dal Conservatorio di Napoli dello Spartito delI'Egmont che gli era stato donato.
Una serie di circostanze casuali, tutte indipendenti dal valore artistico della sua opera, ma tutte purtroppo concorrenti - quasi intenzionalmente finalizzate da uno spirito maligno - a gettare sul musicista la coltre dell'oblio.
Ma. al di la della grave perdita che la musica lirica ha subito, non può non commuovere la vicenda umana del Maestro: ignoto adolescente abruzzese approdato a Napoli con scarsi mezzi e privo di conoscenze e con i limiti culturali del paese, perché divenisse solo un buon strumentista, vi si fa immediatamente notare per ben altre attitudini alla composizione, acquisendovi quella padronanza della strumentazione e del contrappunto che dovevano permettergli di estrinsecare la sua enorme ed originale carica di musicalità. Già acclamato autore al S. Carlo a 20 anni, produce tre opere liriche negli anni successivi, acclamate nei massimi Teatri Lirici, ascende al podio del S. Carlo come Direttore stabile e, stroncato da una malattia che lo annienta mentalmente ed artisticamente, rientra nel buio. Scompare come una meteora precocemente estinta dopo una breve folgorante traiettoria nell'arco di cielo dell'ambiente musicale napoletano.
Lo ricordano una strada intestata a Fara Filiorum Petri ed un'altra a Chieti e la targa marmorea apposta dal Comune alla facciata della sua casa di Fara:
« Qui nacque il 22-8- 1848 Giuseppe Dell'Orefice, compositore. Onorò l'Abruzzo dove il suo genio musicale ebbe profonde radici, con i luminosi successi delle sue opere nei massimi teatri lirici italiani. Il Comune pose nel 1966 ».
La drammatica vicenda di questo grande artista evoca in me un pensiero profondo letto nella autobiografia di Charlie Chaplin: « Quando il destino si impadronisce di un uomo, lo fa senza giustizia e senza pietà ».